
Immagina di camminare nel bosco di Carpineto, tra le ombre del Castello d’Evoli. Il vento sussurra una storia d’amore e ribellione che ha attraversato i secoli. E se ti dicessi che, oggi, il Cantone della Fata non è solo una roccia, ma una lezione di coraggio che il mondo moderno ha dimenticato?
Cantone della Fata: la leggenda tra mito e realtà
Il Cantone della Fata è una massiccia formazione rocciosa nel cuore del bosco di Carpineto, a Castropignano, nel Molise. Qui, la storia e la leggenda si intrecciano, raccontando un passato di potere feudale, amore e sacrificio.
La leggenda narra di una giovane di rara bellezza, soprannominata “Fata”, promessa sposa a un pastore di nome Antonio. Quando il feudatario locale, membro della potente famiglia D’Evoli, pretende di esercitare lo ius primae noctis – il diritto di trascorrere la prima notte di nozze con ogni sposa del feudo – Fata rifiuta, scegliendo la libertà e la dignità sopra ogni cosa.
Braccata dalle guardie, senza via di fuga, Fata si getta dal burrone che oggi porta il suo nome. Il suo sacrificio è diventato simbolo di resistenza e rispetto per la propria volontà. Ancora oggi, nelle notti di luna piena, si dice che il suo fantasma pianga e preghi tra le rocce.
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Il potere che non vogliamo vedere
La vera forza di questa leggenda non sta nella tragedia, ma nella sua capacità di farci riflettere sul potere e sulla libertà. Oggi, il castello e la roccia sono mete turistiche, ma la loro storia ci ricorda che il potere può essere dolce come una leggenda o crudele come una legge.
La leggenda della Fata non è solo un racconto popolare: è un monito. Ci invita a guardare oltre la facciata delle tradizioni, a chiederci chi detiene il potere e come possiamo scegliere di non sottometterci.

Il valore reale della leggenda
Il Cantone della Fata è un luogo che racconta una storia universale: quella della libertà di scelta, della dignità e della resistenza. La leggenda, ambientata tra il Basso Medioevo e l’inizio dell’Età Moderna, è stata tramandata oralmente e poi fissata in poesia dialettale da Eugenio Cirese nel 1915.
La famiglia D’Evoli, con il suo castello in Molise, è stata protagonista della vita economica e sociale del territorio, gestendo il commercio degli armenti e la transumanza. Ma la loro storia si confonde con quella della Fata, diventando simbolo di un potere che può essere sfidato.
In un mondo che spesso ci chiede di adattarci, la leggenda della Fata ci ricorda che scegliere la propria libertà è un atto rivoluzionario. Forse, oggi più che mai, abbiamo bisogno di storie che ci insegnino a dire ‘no’ e a camminare con la testa alta, anche di fronte all’abisso.”
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Margaret Dallospedale
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