Quest’anno ho avuto l’onore di scoprire il territorio delle Janare, le famose streghe che, secondo il mito, nelle notti del martedì e del venerdì volavano nei cieli del Sannio compiendo malvagità. Ma soprattutto ho avuto il piacere di assaggiare la collezione di vini di La Guardiense, dedicata a questa leggenda. Pronti per conoscere il vino delle Janare? Allora partiamo!
L’antica leggenda delle Janare
Le Janare sono streghe che hanno origine nelle campagne di Benevento, ma che si sono diffuse ben presto anche nella zona di Napoli. Il loro mito è nato proprio tra i contadini di questa area delle regione. Pensate che in alcuni piccoli paesi della provincia ci sono ancora oggi persone incaricate di tenere le streghe quanto più lontane possibili. Le Janare erano considerate donne che possedevano la conoscenza dell’occulto e dei riti magici, come le fatture e il malocchio, capaci di rovinare la vita. Il loro nome deriva, secondo alcuni studiosi, da “Dianara”, cioè una sacerdotessa di Diana, dea della caccia. Altri invece pensano che sia una parola che viene dal termine latino “Ianua”, che significa letteralmente “porta”.
Secondo la tradizione, infatti, bisognava collocare davanti alla porta una scopa di miglio capovolta o un sacchetto con grani di sale. Questo perché le streghe non potevano sfuggire alla tentazione di contare i rami di miglio o i grani del sale. E questo le avrebbe tenute impegnate fino all’alba, quando la luce, sua acerrima nemica, l’avrebbe costretta a fuggire via. In questo modo gli abitanti di quella casa sarebbero stati in pace.
Ma le Janare sono molto di più di streghe, tant’è che La Guardiense le ha dedicato una linee di vini.
La Guardiense e la sua linea di vini dedicata alle Janare
La Guardiense è una delle cooperative agricole più grandi in Italia fondata nel 1960 da 33 soci (mentre oggi ne conta circa mille). Gli agricoltori coltivano a conduzione diretta più di 1.500 ettari di vigneto, che sono situati in collina a un’altitudine di circa 350 metri sul livello del mare. Ogni anno danno vita mediamente ad una produzione di circa 200.000 quintali di uve. Tra le sue linee c’è questa molto speciale dedicata a queste mitiche figure della civiltà e della cultura contadina che alludono al carattere forte e indomito delle donne di questa terra.
La Guardiense in questo modo ha voluto rendere omaggio e non perdere la memoria di questa antica e suggestiva tradizione popolare sannita.
Il vino delle Janare: alla scoperta della Falanghina del Sannio
Janare è nato con l’obiettivo di salvaguardare i vitigni autoctoni per valorizzare, in particolare la Falanghina e l’Aglianico.
Puntano infatti ad esaltare le caratteristiche qualitative delle produzioni vitivinicole legandole alle irripetibili specificità dei siti di produzione.
Ma veniamo a noi e precisamente alla Falanghina. Quest’anno l’ho scoperta e devo dire che l’ho apprezzata davvero tanto.
- E’ uno dei vitigni più diffusi a bacca bianca del territorio del Sannio.
- La sua qualità viene esaltata nelle zone collinari.
- Ha una splendida tonalità di giallo paglierino.
- Il suo profumo è fruttato sono le caratteristiche principali che anche una neofita come me, possono capire.
E infine, come dicono gli intenditori che mi hanno raccontato questo vino:
- possiede una notevole intensità
- e ha un gusto bilanciato e piacevole
Vi è piaciuto il vino delle Janare? Vi prometto che vi porterò ancora in questo territorio misterioso.
Post non sponsorizzato – Si ringrazia La Guardiense per questo gradito invito