Bresciana di nascita, Laura Ogna da sempre ama viaggiare. Da piccola scriveva e leggeva dappertutto, da grande è diventata giornalista e scrittrice. Oggi collabora con le maggiori testate italiane con reportage di viaggio e recensioni di libri per bambini e ragazzi. Noi l’abbiamo incontrata per farci raccontare qualcosa del suo ultimo libro “Ragazze in capo al mondo” (Editoriale Scienza): dieci storie di donne viaggiatrici ed esploratrici, coraggiose, che tra il XIX e il XX secolo hanno sfidato ogni convenzione del loro tempo mettendosi in viaggio per conoscere popoli e culture lontane, inseguendo i propri sogni e passioni.
Come è nata l’idea di questo libro?
E’ nata per caso. Mi sono imbattuta in un paio di storie di donne viaggiatrici ed esploratrici. La prima che ho incontrato Nellie Bly, la più famosa, mi ha incuriosito molto e così ho incominciato ad “indagare”, ad approfondire e fare ricerca in biblioteca, e man mano scoprivo storie sempre più incredibili e straordinarie. Quindi, cominciai ad interessarmi a queste donne forti, coraggiose, uniche. Non tutte sono state raccontate nel libro perché abbiamo scelto di selezionarne 10 per dare a ciascuna di loro maggior respiro. 10 donne di periodi storici diversi, dall’inizio dell’Ottocento fino ai giorni nostri, di paesi differenti, Gran Bretagna, America, Austria, Belgio, Francia, Italia (Carla Serena, in realtà non è proprio italiana, visto che è nata in Belgio, ma ha vissuto sempre a Venezia e si è sempre considerata italiana tanto da voler cambiare il nome. C’è una francese (Freya Stark) che è nata per caso a Parigi, e che ha vissuto in Italia, ad Asolo è, di genitori inglesi, ma erano molto raminghi. Da piccolina ha vissuto da questi amici inglesi ad Asolo per anni che le donarono la casa dove visse. Donne speciali, perché quando tutto era contro di loro, loro hanno cercato di portare avanti il loro sogno, i loro interessi. Mi ha colpito la storia di Ida Pfeiffer, nata alla fine del Settecento, cresciuta come un “maschiaccio” perché unica figlia femmina insieme a fratelli maschi. Quando muore il padre si sposa ma a 42 anni rimane vedova con i figli ormai grandi, e quindi decide di intraprendere un viaggio avventuroso e per alcuni momenti pericoloso, ma che poi si trasforma in un viaggio intorno al mondo…e da uno diventano ben due! E’ stata la prima europea a vivere con il popolo dei cannibali, sull’isola di Sumatra, ed è riuscita ad esaudire il sogno di viaggiare quando era già un po’ più matura, a differenza delle altre che sono partite tutte giovani.
Quale di queste protagoniste ti assomiglia di più?
Tutte sono straordinarie e uniche. Ognuna di loro ha scelto di percorrere strade nuove, inusuali per l’epoca, portando avanti scelte ritenute inopportune, inappropriate, che hanno osato mettere in discussione gli schemi del tempo. Nellie Bly è stata una delle prime giovani donne che ho “incrociato” e mi ha colpito, non soltanto per il viaggio che lei ha fatto sulle tracce di Phileas Fogg – personaggio nato dalla penna di Jules Verne – battendo il record e arrivando a fare il giro del mondo in 72 giorni ma mi ha colpito la sua determinazione ad essere una giornalista vera, in un’epoca in cui le donne potevano tutt’al più aspirare alla rubrica di giardinaggio. A lei il merito di aver inventato le inchieste sotto copertura con le quali entrava in ambienti altrimenti inaccessibili per poi raccontarli, compreso fingersi pazza per raccontare le atrocità dei manicomi di fine Ottocento. Non so se le assomiglio ma mi piace moltissimo.
C’è una storia che avresti voluto nel libro che non c’è?
Ce ne sono due. Quella più curiosa è Annie Cohen Kapchovsky che sul finire dell’Ottocento, ha fatto il giro del mondo in bicicletta inventando sia la pubblicità sia i pantaloncini da ciclista, un vero scandalo all’epoca. In quello stesso periodo, negli stessi anni, Annie Smith Peck, americana, scalatrice ha raggiunto vette di tutto il mondo compreso il Cervino in Svizzera; tutti i giornali commentarono non tanto la sua impresa ma perché la donna indossava dei pantaloni.
In cosa ti hanno arricchita di più i viaggi, da un punto di vista umano?
Il motore che mi fa partire ogni volta è la curiosità di trovarmi davanti a ciò che è diverso e mi suscita sorpresa, meraviglia, davanti anche alla bellezza e ai contrasti con i quali cercare di crearmi una mappa del mio vivere quotidiano. Leggendo queste storie mi rendo conto di quanto sia fondamentale viaggiare per poter continuare a crescere, continuare a incuriosirsi, a scoprire storie incredibili e nel mio caso anche da raccontare.
Qual’è il viaggio che non hai ancora fatto e che vorresti fare?
Tra i desideri c’è quello di trovarmi al cospetto dell’aurora boreale. Una vera magia, che da spazio all’immaginazione e alla meraviglia, all’evolversi al cambiare. Monica Kristensen, una delle protagoniste di “Ragazze in capo al mondo” ha avuto il privilegio di vivere ai poli sola per mesi; i suoi racconti straordinari mi hanno incantato ed hanno alimentato ancora di più questo mio desiderio.
Qual’è il messaggio che vuoi trasmettere alle “giovani donne” che sognano di intraprendere una carriera lavorativa come la tua?
Di seguire il proprio desiderio e non rinunciare mai ai propri sogni. Quello che suggerisco è di trovare degli strumenti nuovi, strade diverse, rispetto a quelle che ha percorso la mia generazione. Vedo che ci sono dei giovani che riescono a fare delle cose interessanti, come Will magazine online, un prodotto fatto solo da giovani che affrontano temi interessanti con un piglio aggiornato ai giorni nostri che mi piace molto. Un modo diverso e nuovo per comunicare, una strada diversa per realizzare il proprio desiderio. Spesso sono delle viaggiatrici dei viaggiatori, in altri casi sono persone che si occupano di inchieste su immigrati, temi anche politici, che trovano però una chiave completamente diversa per fare questo lavoro. Ecco credo che questa sia la strada.
Progetti futuri?
“Sto lavorando ad una figura di donna particolare della fine dell’Ottocento a Parigi; una donna rivoluzionaria che fa parte del mondo di viaggi dell’immaginazione, della fantasia. Tantissimi artisti hanno fatto riferimento a lei …ci spostiamo dal viaggio all’arte”.
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Testi e Foto: responsabilità di Rita Bossi