Un viaggio alla scoperta di storie uniche e straordinarie!
Dalla bellezza di 18 anni sono il direttore tecnico della agenzia dei viaggi dei miei genitori, ma probabilmente questo lo sapevate già, vero? Non vi ho mai raccontato però il perché sono così restia a diventare “travel blogger”. Chi si improvvisa tale non ha idea di cosa cerca il vero turista. Probabilmente perché il loro unico problema è quello di far vedere “dove sono stati”. Per questo scelgo accuratamente quali posti visitare e mi accerto di due fattori fondamentali. In primis capire se avrò il tempo giusto per “assorbire” la magia e l’atmosfera del posto (credetemi… tutte località possiedono queste caratteristiche, ma vanno cercate). Il secondo invece è avere la certezza che in quel luogo che vedrò, troverò una storia speciale. Ad Alassio ho scoperto quella del Panama Beach.
Panama Beach: si può raccontare, ma se non si “respira” dal vivo, sarà impossibile capire perché è così speciale.
Per fare il mio lavoro è necessario comprendere che ogni storia deve avere un protagonista e la blogger è solo il narratore. Ad Alassio la storia che mi ha colpita, vede come personaggio principale appunto il Panama Beach. Un locale molto chic e glamour che cela una storia di tradizioni liguri fatta di racconti generazionali. Immaginate una raccolta di tante novelle diverse (un po’ come il Decameron) che però hanno come filo conduttore il buon cibo. Ecco così inizia la mia scoperta di questo ristorante che va oltre al suo obiettivo principale di proporre alla clientela piatti unici.
Storia del Panama Beach: cinque generazioni di ristoratori!
La storia di questo locale inizia in realtà nei primi anni del 900. La Signora Caterina e suo Figlio Giovanni aprirono un’osteria proprio in via Brennero. Un luogo di ristorazione frequentato soprattutto da pescatori locali. Nel dopo-guerra continua questa tradizione il figlio di Giovanni, Pino che insieme sua moglie decidono di scommettere tutto su questo posto. Ma lo fanno con una visione diversa, infatti l’osteria diventa una locanda con ristoro. E visto che stanno “rivoluzionando” quello che ora si chiama “la destinazione d’uso”, grazie ad un’idea ben specifica, decidono che è necessario un nome. La scelta del nome avviene in modo molto giocoso e divertente.
I due giovani coniugi prendono un mappamondo, cimelio scolastico, lo fanno girare e puntano a caso il dito sulla sfera terrestre. Il luogo indicato era “PANAMA”, e quello è da allora il nome del locale.
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Benvenuti al Panama Beach nel 2019
Per raccontarvi questo delizioso ristorante ad Alassio, vi devo confidare la mia esperienza personale. Quando sono arrivata ad Alassio, mi ha colpito subito la stazione ferroviaria. Piccolina e ben tenuta con solo tre binari per accogliere turisti e non. La prima sensazione è stata quella di visitare una cittadina di mare che diventa viva solo in estate. Invece no, mi è bastato uscire dalla stazione e camminare verso la mia destinazione, il residence Panama Beach, per vedere che la città è più che viva e movimentata. In meno di otto minuti a piedi sono arrivata in via Brennero e sono stata colpita dal fermento che c’era nel ristorante che avrei poi scoperto in seguito. Mi ha accolto Simona, una donna bellissima che con il suo sorriso mi ha messo subito a mio agio e mi ha fatto sbirciare i preparativi per l’inaugurazione che ci sarebbe stata la sera. Simona Ivaldi, Architetto e Interior Designer, è il genio che ha ridisegnato questo locale, mettendo in risalto tutto il calore e la tradizione di questo posto.
Dopo qualche minuto sono andata invece al residence e qui è avvenuto uno di quei incontri magici che mi capitano raramente nella vita. Conosco la signora Nuccia, che poi scoprirò essere la figlia di Pino. Bastano pochi secondi per capire che è una donna forte, decisa e allo stesso tempo molto sensibile. Ma soprattutto una persona che non ha paura di nulla, perché la vita le ha dimostrato che l’unica via è quella di non arrendersi mai. Vorrei raccontare tanto altro della signora Nuccia, ma credo che dovrebbe essere lei a regalare al mondo la sua storia. Credetemi, i frammenti che ho recepito (e terrò come un tesoro nella mia mente e cuore) sono degni di un libro.
Un menu unico da sperimentare con calma per assaporare ogni boccone e ogni sorso.
Ecco un menù vario ma equilibrato in cui la cucina casereccia ligure incontra la creatività brasiliana e giapponese. Per i piatti tipici troviamo il risotto, il fritto di paranza, i plin di coniglio alla ligure. Mentre il sushi nella cucina del Panama si trasforma al ritmo di samba e diventa una vera esplosione di colori e sapori”. Chi sono i creatori di queste opere d’arte? Kássio Defrizze e Uallis Alencar! Ma i piatti sono ancora più speciali grazie alle creazioni internazionali della cuciniera dei cocktail innovativi Shani Bacchi.
E questi piatti e cocktail intriganti e unici come pensiate che siano serviti al Panama?
L’artista Renza Sciutto è la creatrice delle ceramiche in cui sono serviti i piatti del sushi. Sono realizzati in Raku, un’antica tecnica giapponese del XVI secolo legata alla cerimonia del tè, in sintonia con lo spirito zen sul vivere in armonia con le cose e gli uomini.
L’effetto decorativo, con riflessi metallici e la cavillatura, la singolarità del processo, durante il quale l’oggetto è estratto incandescente dal forno, ne fanno una tecnica estremamente originale.
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La mia opinione personale? Ecco il touch perfetto per rendere un momento di convivio unico ed eccezionale.
Ci tornerò? Assolutamente sì perché l’ultimo elemento che ha reso unica la mia cena è la vista mozzafiato sul mare. Come non rivivere questa esperienza con il mio lui?
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