Prato… Fiore all’occhiello dell’industria tessile italiana, ci sorprende per i percorsi trekking nella natura, i musei storici ed le eccellenze gastronomiche
Prato capitale del turismo industriale: visite e spettacoli in fabbrica
Fabbriche che si trasformano in palcoscenici per spettacoli e concerti, manifatture storiche e aziende d’avanguardia che aprono ai visitatori. Tutto questo grazie a TIPO-Turismo Industriale Prato (https://www.pratoturismo.it/it/), il progetto nato per raccontare la città di Prato, partendo dal passato, percorrendo le trasformazioni del presente, fino a “sfiorare” il futuro alla ricerca di un luogo originale in una Toscana (https://www.regione.toscana.it/) che non ti aspetti, moderna e dinamica. Una proposta che oltre ad una visione sul progetto di turismo industriale, da un assaggio dei tanti temi legati al territorio pratese, come suggerimenti di percorsi trekking e cammini, di eccellenze enogastronomiche, di luoghi storici e di arte contemporanea. Un’occasione da non perdere per gli appassionati di architettura, moda e design, ma anche per i turisti più accorti, affascinati da percorsi urbani alternativi. Come la bellissima passeggiata nel verde lungo il fiume Bisenzio che conduce al Cavalciotto, un’opera idraulica dell’XI secolo alle porte di Santa Lucia, costituito da ben 53 chilometri di gore (canali artificiali) che attraversano tutto il territorio pratese. La vicina Gualchiera di Coiano è oggi Museo di archeologia industriale.
Nelle fabbriche i tesori di Prato
Come si riconosce un tessuto di qualità? Vorreste entrare in fabbrica e toccare con mano la storia di una stoffa pregiata? Tutto questo è possibile con il progetto TIPO-Turismo Industriale Prato, dove manifatture storiche e d’avanguardia si aprono agli appassionati di archeologia industriale, architettura, moda e non. Luoghi industriali ricchi di fascino, in cui grandi architetti hanno dato libero sfogo alle proprie idee di progetto. Lanifici e stabilimenti in attività dove toccare con mano i tessuti “made in Prato”, scoprire il lavoro che sta dietro le creazioni di moda e i segreti di un processo produttivo che da sempre si fonda sul riuso della materia prima, grazie al quale Prato è oggi riconosciuta come un modello di economia circolare. Un esempio? Il Lanificio Balli (https://www.balli.it/), più noto come “Fabbricone”, il complesso industriale tessile più noto di Prato. Nei suoi spazi c’è anche la mano di Pier Luigi Nervi, che ha lavorato a Prato dagli anni Venti. Visite guidate anche alle fabbriche in attività, come la Comistra (https://comistra.com/it/) di Montemurlo, dove si scoprono le varie fasi del recupero e riciclo dei tessuti, o nella giovane azienda Rifò (https://rifo-lab.com/), dove producono moderni capi in morbidissimo cachemire, riciclato, venduti nel centrale negozio di via Filicaia e spediti in tutto il mondo. Qualche volta, delle ex fabbriche diventano laboratorio di giovani artisti, come il caso dell’atelier Lanarchico (https://ipfs.io/ipfs/QmfAsrrhHRax982D5j4srig8QvbDpHPHgjgP4M5v3Bxqs5/), del pugliese Marco Biscardi, che nel 2021 ha creato in un capannone al Macrolotto Zero, in piena Chinatown, un Headquarter Polygon, dove si organizzano meeting, panel, eventi, corsi di formazione e altre attività.
A Prato fra trekking fuori città e musei internazionali
La voglia di riscoprire il territorio industriale locale, negli ultimi anni, è sempre più forte. Quello delle manifatture del distretto tessile più importante d’Europa, della loro archeologia, della storia economica, umana e politica. Il mezzo migliore? Il trekking ovviamente. Per andare lentamente al punto di incontro fra passato e futuro, fra l’industria tessile vissuta come storia manifatturiera e operaia e il futuro di una città che diventa sempre più sostenibile. Alle belle camminate in mezzo alla natura si aggiungono le visite ai musei più importanti del territorio, che conservano la memoria dell’intensa vicenda industriale di Prato, come il Museo del Tessuto (https://www.museodeltessuto.it/), situato nella “Cimatoria Campolmi e C” fabbrica simbolo della storia produttiva della città, che emoziona i visitatori raccontando, tra telai, stoffe e installazioni multimediali, una storia appassionante iniziata nel 1200. Nei pressi della zona industriale, c’è il Centro d’Arte Contemporanea Pecci (https://centropecci.it/), polmone culturale di amplissimo respiro che accoglie i maggiori esponenti dell’arte internazionale, oltre a vantare una ricca biblioteca e un teatro all’aperto.
A Prato, tra architetture e golosità
In piazza del Duomo colpisce la meravigliosa facciata bicolore in marmo bianco e verde della Cattedrale romanico-gotica di Santo Stefano, rinomata per il pulpito realizzato da Donatello e Michelozzo. Da qui, seguendo in senso orario una sorta di anello, si incontrano il capolavoro rinascimentale della basilica di Santa Maria delle Carceri, voluta da Lorenzo il Magnifico, e lo spettacolare Castello dell’Imperatore, fortino svevo fatto costruire nel 1200 da Federico II. Grande suggestione è trasmessa anche dall’imponente Palazzo Pretorio (https://www.palazzopretorio.prato.it/it/), struttura medievale, oggi sede dell’omonimo museo che ospita fra tante grandi opere anche quelle di Donatello, Filippo e Filippino Lippi. Tra le viuzze del centro, valgono una sosta la Pasticceria Nuovo Mondo (https://pasticcerianuovomondo.com/) di Paolo Sacchetti, dove si gustano le “peschine” più buone della città (premiate dall’Accademia pasticceri italiani nel 2011), e la Pasticceria Mannori (https://www.pasticceriamannoriprato.it/): il proprietario, maestro cioccolatiere (la torta dei sette veli è sublime!), nel 1887 ha trasformato la latteria dei genitori in un tempio per golosi e dal 1997 detiene il primo posto al Campionato mondiale di Lione.
E che dire degli irripetibili biscotti di Prato con la mandorla (che per l’amor del cielo anche se sembrano dei cantucci, non lo sono affatto!), gustosi e croccanti, ottimi se inzuppati nel vino dolce? Quelli originali si comprano al biscottificio Antonio Mattei (https://www.antoniomattei.it/), la cui ricetta risale al 1400. Sono racchiusi nell’iconico “sacchetto Blu Mattei”. Un locale cool? Non ci sono dubbi, lo Schiaccino (https://www.schiaccino.it/), un locale creato da ragazzi giovani, appassionati, con una selezione di vini naturali, grandi focacce sourdough e farine di grani speciali ripiene di eccellenze, del territorio ovviamente. Bello il posto, l’ambiente, buono il cibo. Per la sera c’è l’imbarazzo della scelta: nel centro storico della città da provare “Baghino” (https://ristorantebaghino.business.site/), location rustico vintage menu super pratese, o la cucina di Soldano in Duomo, nel centro storico, un locale tradizionale: affettati freschissimi, primi abbondati… ottimi i sedani alla pratese!
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Testi e Foto: responsabilità di Rita Bossi