E dopo aver visto la meravigliosa Matera e la Brienza incantata, ecco che arriva il borgo di Tursi (situato proprio nel mezzo tra i meravigliosi Calanchi). Famoso per essere la città natale del noto e più volte candidato al premio Nobel per la Letteratura Albino Pierro. Ma che sensazione mi ha lasciato sulla pelle questa cittadella lucana? Appena ho iniziato a camminare in mezzo ai suoi vicoli e stradine, ho percepito le tracce di numerosi popoli, che sono passati in queste terre (dai Saraceni ai Bizantini, fino ai Normanni). Lo si nota soprattutto, quando si visita il più antico e famoso dei suoi rioni, ovvero il Rione Rabatana (che sorge intorno al Castello circondato da burroni – le “Jaramme” di Albino Pierro). Intorno al Castello poi troviamo le prime case in pietra, ormai trasformate in ruderi del nucleo abitativo originario, in grado di raccontare storie ai visitatori che osservano con attenzione ogni loro angolo.
La Rabatana (il rione più antico di Tursi) e i suoi segreti
Sul mio account di Instagram ho postato una foto di questo meraviglioso posto con il titolo “persa a Tursi”. E la verità è che mi sarebbe piaciuto perdermi in solitudine per poter “ascoltare” cosa gli antichi edifici del luogo volevano raccontarmi. Uno tra i più suggestivi, che ho visto e apprezzato, é l’antico frantoio (ora totalmente ristrutturato). Pensate che era stato costruito all’epoca per il popolo (comunità) e che veniva utilizzato per trasformare le olive in olio per uso familiare. Una bella testimonianza delle attività che si svolgevano nella Rabatana, vero? Ma questo è solo un piccolo esempio di come ogni angolo di questo meraviglioso borgo “sveli” un segreto.
Ristorante Palazzo dei Poeti
E come ogni scrigno, degno di essere chiamato in questo modo, ecco il gioiello più bello che custodisce. Il ristorante e albergo Palazzo dei Poeti è gestito e curato in ogni dettaglio dal suo proprietario Paolo Popia, l’archipoeta lucano. Nasce dall’attento recupero dello splendido e antico Palazzo Canonico e al suo interno troviamo spazi arredati con cura, elementi architettonici eleganti con volte a botte in pietra e mattoni, archi e soffitti con travi in legno. Le camere sono ricercate, come tutto d’altronde, e molto accoglienti. La cucina poi è sublime e si percepisce dal primo assaggio che la chef sceglie solo le materie prime locali. I piatti sono un’ode alla tradizione lucana, ma rivisitati con un touch artistico e creativo.
Cosa posso aggiungere se non che tornerò, in quanto desidero scoprire di chi sono i passi di fanciulla che si odono la notte nel Palazzo dei Poeti.
Post non sponsorizzato – Si ringrazia APT di Basilicata per questo invito